Legends - Il Sestetto dei Sogni - Marco Bracci

È nato a Fucecchio il 23 agosto del 1966 ed è unanimemente riconosciuto dai compagni di squadra di quella Modena straordinaria che vinse tutto nel 1996/97 come “il trascinatore”.
Marco Bracci arriva sotto la Ghirlandina nel 1994 e oltre a lui il Presidente Vandelli a Modena in quell’anno porta anche Fabio Vullo e Bas Van De Goor.
Schiacciatore di classe e carattere assoluti, Bracci è stato una delle anime di quella squadra: “Quel gruppo – spiega il bomber che prima di Modena aveva fatto impazzire Parma – aveva una grande caparbietà nel cercare il risultato, una caparbietà che andava oltre ogni limite. Un esempio? Sarò ripetitivo, ma la gara 4 in cui partiamo 11-1 Sisley e poi ribaltiamo set e match resta indelebile. Poi, in casa, in gara 5 siamo andati sotto 4-0, arriva il time out di Bagnoli che molto tranquillo ci disse “iniziamo a giocare anche noi oggi?”. E si, abbiamo cominciato a giocare e abbiamo vinto 3-0, asfaltandoli clamorosamente. L’aspetto importante di quella serie fu che tra gara 4 e gara 5 venne dato un giorno in più di riposo rispetto a quelli canonici che ci sono nei playoff. E quel giorno in più, sicuramente, ci fece bene dal punto di vista mentale per digerire la sconfitta casalinga, il resto è storia”.
Fabio Vullo e Marco Bracci erano le due anime di quella squadra, come dicono i tuoi compagni? “Avevamo un modo di giocare e di stare in campo che veniva assimilato anche dagli altri, intendiamoci, i miei compagni non erano meno forti, perché ognuno ha fatto il suo e tutti ci siamo espressi al massimo delle potenzialità e per questo siamo riusciti a vincere, ma c’è chi in certi momenti caratterialmente riesce ad aiutare di più chi ha a fianco. In una di quelle stagioni abbiamo giocato l’ultima gara della Regular Season a Padova, eravamo già primi e per noi non contava per la classifica, mentre Padova con una vittoria si sarebbe salvata. Abbiamo giocato con tutti i titolari in campo, ma andammo sul 2-0 per loro. Al cambio di campo feci saltare tutto quello che c’era vicino alla panchina, non volevo perdere perché poi la gente non avrebbe creduto che noi effettivamente c’eravamo impegnati e saremmo stati etichettati come quelli che volevano far salvare Padova. Dissi che era una macchia che non dovevamo avere e bisognava tornare in campo come se fosse una partita playoff. Ribaltammo tutto e alla fine vincemmo 3-2. Il presidente di Padova, a fine partita, venne da me e mi disse ‘sei proprio un bastardo, ma ti do la mano perché siete riusciti a vincere grazie alla tua reazione e alla tua professionalità, ed è giusto così”.
Al tuo fianco c’era Luca Cantagalli. “Luca era sempre molto composto e tranquillo (ride ndr). Siamo molto amici, ci vediamo spesso in Sardegna e anche le nostre mogli si conoscono da una vita e sono amiche. Quando in campo, oltre che colleghi, si riesce ad essere anche amici è tutto molto piacevole e fa bene alla squadra. Che poi Luca fosse un fenomeno non devo certo ricordarlo io, lo sanno tutti”.
Al centro di quella squadra c’era Fabio Vullo: “Una persona molta decisa, diretta consapevole di essere uno dei palleggiatori più forti in Italia e nel mondo. L’atleta sa che deve sempre dimostrare e Fabio dimostrava in ogni gara di essere straordinario. Dava ritmo, era un palleggiatore a tutto tondo con qualità non comuni”.
Opposto a Fabio Vullo c’era Juan Carlos Cuminetti. “L’argentino non argentino, era una persona che sembrava non venisse da un altro stato. Non ha fatto nessuna fatica ad inserirsi nel gruppo. Un ragazzo bravissimo nella vita quotidiana, un giocatore incredibilmente forte. Saltava tantissimo, bravissimo in attacco, forte in battuta, a muro faceva ombra all’avversario, ma non difendeva un pallone neanche a piangere in arabo (ride, ndr)”. Al centro Andrea Giani e Bas Van de Goor: “Giani è un mio carissimo compagno di mille avventure, non solo con Modena, ma prima con Parma e anche con la Nazionale. Bastava guardarsi negli occhi e ci si capiva. Bas è arrivato giovane e da noi continuò la sua crescita tecnica e tattica. Giani era molto eclettico, saltava tantissimo e prima di tornare giù rimaneva fermo in aria. Nel corso degli anni ha cambiato ruolo, si è messo a fare l’opposto perché da centrale si trovava davanti degli atleti di oltre due metri e nella seconda parte di carriera avrebbe forse fatto fatica. Io ho avuto il piacere e la fortuna di giocare sempre in squadre molto forti con grandi campioni, Bas era uno dei centrali più forti in assoluto al mondo e infatti giocava a Modena, che era il top”.

Che allenatore era Daniele Bagnoli e che rapporto c’era? “Daniele Bagnoli è stato un mito. Non aveva allenato squadre di altissimo livello e l’anno prima che arrivassimo tutti noi allenò Modena in A1 e riuscì a vincere la Coppa Italia. Ha saputo subito dimostrare di che pasta era fatto. L’anno seguente ebbe un grave incidente e dopo in panchina ci andò Franco Bertoli. Noi eravamo pronti per iniziare un percorso che aveva come prima tappa importante la Coppa Italia a Roma. Durante la stagione perdemmo a Treviso perciò eravamo la seconda forza del campionato, ma a Roma, quando contava, vincemmo noi. Questo significa che, da settembre alla Coppa Italia giocata a marzo, eravamo cresciuti e maturati. La vittoria della Coppa Italia, prima dei playoff, ci diede fiducia e grazie anche a quella fiducia vincemmo anche Scudetto e Coppa Campioni”.


Legends - Il Sestetto dei Sogni - Andrea Giani

Nella Parma che giocava e spesso vinceva con Modena ad inizio anni novanta c’era un giocatore che più di tutti stupiva per la capacità di fare la differenza in qualsiasi ruolo giocasse. Quel giocatore era fenomenale, aveva il numero 4 e sarebbe diventato recordman di presenze in azzurro. Andrea Giani. Un nome e un cognome che per chiunque abbia tifato dagli spalti del PalaPanini significano tanto, tantissimo. Il Giangio arrivò a Modena nel 1996 e con lui, quella Modena, divenne un dream team inarrivabile. “Quel sestetto – spiega Giani, oggi Coach che si appresta a disputare la quarta annata consecutiva sulla panchina di Modena Volley – aveva una qualità straordinaria, c’erano giocatori formidabili in tutti i ruoli ed in più c’era un contesto legato a squadra, tifosi e società che era straordinario. Era una Modena fortissima sotto tutti i punti di vista. Giocavamo una pallavolo straordinaria, eravamo una rosa completa con giocatori di livello assoluto, eravamo affamati di vittoria e con una qualità che faceva davvero la differenza. Fabio Vullo ricopriva il ruolo più importante di una squadra, quello del regista. Era un giocatore con qualità tecniche e fisiche con un passato già ricco di vittorie, sapeva benissimo come gestire i compagni. Con tanti giocatori di quel livello devi sempre mantenere un equilibrio, Fabio era un palleggiatore evoluto, giocava già un volley molto veloce ed aveva una capacità unica di gestione della pressione, e vi assicuro che in quegli anni e in quella Modena di pressione ce n’era tanta. Vullo faceva girare la squadra in una maniera incredibile, Fabio è una persona molto tranquilla fuori dal campo, ma quando giocava era davvero feroce, con gli avversari e anche coi compagni, non te le mandava certo a dire (ride Giangio, ndr). Juan Carlos Cumminetti era energia allo stato puro, uno dei grandi motori di quel gruppo, un sorriso che accendeva tutto l’ambiente. Cumi era fortissimo in battuta e in attacco e a muro, mamma mia muro a uno faceva veramente impressione, una bestia”.
Al centro con te c’era Bas van De Goor “E’ un giocatore di 2,11 metri. Era completo, forte in ricezione, bravo a muro, un attaccante straordinario. Fuori dal campo è un bravissimo ragazzo, buono come il pane e molto attivo. Giocava a golf, studiava, faceva un sacco di cose. Nel momento del riposo non stava in casa, ma organizzava molte attività, iperattivo all’ennesima potenza (ride Giani)”. In posto quattro c’era Marco Bracci che insieme a te ne ha vissute tante, a Parma prima e in nazionale poi: “Un grandissimo, forte fisicamente e tecnicamente, unico a livello caratteriale. Marco era molto sicuro di sé e nel nostro gioco questo aspetto conta davvero tantissimo. Era un giocatore da palloni decisivi e anche lui se doveva dirti qualcosa in faccia lo faceva. Diretto, esplicito. Fuori dal campo non era sicuramente come Bas, aveva bisogno dei suoi tempi, della sua routine, ma quando si entrava in palestra, ragazzi… faceva paura. Luca Cantagalli? Anche lui era un giocatore completo e come me ha fatto vari ruoli. Inutile sottolineare la sua classe, immensa, era anche un grande “borbottone”, aveva sempre qualcosa da dire, diceva sempre la sua, in campo era maniacale, non gli sfuggiva nulla. In Regular Season abbiamo perso una sola partita in casa, con la Gabeca, rientrati dal Giappone e poco dopo l’incidente di Coach Daniele Bagnoli. Ricordo benissimo quella sconfitta perché fu il giorno in cui nacque mio figlio. Io sono arrivato in campo direttamente dall’ospedale, stavano già facendo riscaldamento, avevo chiesto a Franco Bertoli di poter saltare il match ma mi fece giocare lo stesso, diciamo che non ero al meglio, via…”
Dove poni quel sestetto rispetto alle altre squadre in cui hai giocato? “Le squadre che vincono hanno tutte lo stesso posto per caratteristiche, forma e difficoltà. Le squadre vincenti sono tutte collocate nella stessa casella, almeno per me, senza distinzione. Non ci sono squadre a cui sono più o meno legato, una squadra che vince è straordinaria perché ha fatto qualcosa di unico e noi in quel 1996/97 facemmo qualcosa di grande, grandissimo”


Legends - Il Sestetto dei Sogni - Juan Carlos Cuminetti

“Picchia Cumi, Picchia Cumi” e “Vola, dai Cuminetti vola, sopra la rete vola, la curva s’innamora, ancora”. Negli anni novanta c’erano due cori che accompagnavano un meraviglioso opposto argentino che incantava il PalaPanini. Juan Carlos Cuminetti, nato a Rosario il 27 maggio 1967 era il posto due del “Sestetto dei sogni”, uno dei giocatori più amati dal pubblico di Modena. Dopo Vullo, che di quel sestetto era il regista, abbiamo intervistato quello che con “Le mani” dava vita a una diagonale di forza, testa e qualità assolute. Cumi. Semplicemente Cumi.

“Quello del 1996/97 – spiega Cuminetti – era uno squadrone, uno squadrone che si è formato anno dopo anno, io sono arrivato nel ’93/’94 e c’era già una buona base poi sono arrivati Vullo e Bracci e ha iniziato a prendere ancora più forma quella squadra, una spinta ulteriore e molto forte l’ha data l’arrivo di Giani in quella stagione. Giangio è unico per la sua versatilità nei ruoli, qualsiasi problema o assenza veniva appianato, Andrea non solo giocava ovunque, spesso giocava ancora meglio di chi sostituiva, un mostro. Quanto eravamo forti? Moltissimo e lo abbiamo dimostrato, ci sono state partite belle e tirate, ma nei momenti decisivi c’era un qualcosa che ci rendeva più forti del nostro avversario, avevamo la vittoria nel dna”

Marco Bracci ci ha detto che “Cumi era un argentino già italiano, che si è ambientato in Italia con una facilità clamorosa. “È vero mi sono ambientato subito e la componente umana di quella squadra mi ha aiutato a dare un contributo importante dentro e fuori dal campo”. Partiamo da Fabio Vullo. “Beh, Fabio è Fabio. Lui, nei momenti decisivi, era capace di decidere a chi dare la palla e di non sbagliare mai. Era il motore mentale e tecnico di quella squadra. Gli attaccanti erano bravi, ma era lui che li faceva giocare al top. Fuori dal campo è un ragazzo eccezionale, molto serio, una brava persona nel senso più ampio del termine. Era il mio compagno di stanza in quegli anni, un punto di riferimento fondamentale, a lui facevo un sacco di domande trovando sempre risposte importanti.

Andrea Giani? “Quando è arrivato da Parma poteva giocare in qualsiasi ruolo, ma per me il suo ruolo era il centrale, lí era veramente il top al mondo. Gli ho visto murare palloni impossibili, davanti a Giangio l’avversario si demoralizzava, era talmente dominante che anche a livello mentale faceva la differenza”. In quella squadra al centro, di fianco a Giani c’era Bas van de Goor: “Lo ringrazio di cuore. Se ho attaccato centinaia di palloni muro a uno lo devo a lui (ride Cumi, ndr).

Chi era il più casinista della squadra? Quello andava a momenti, lo eravamo un po’ tutti in realtà, dopo gli allenamenti, andavamo a mangiare insieme, scherzavamo, ci trovavamo molto bene, eravamo squadra sempre, h24″. In posto 4 c’erano il Bazooka, Luca Cantagalli e Marco Bracci: “Questo è un capitolo a parte. Luca è stato una delle colonne portanti su cui costruire quella squadra, per intenderci la Coppa Italia del ‘93/’94, a Perugia, l’ha vinta lui. Ti faceva capire quali erano i momenti importanti della partita. Insieme a Bracci è stato uno dei fattori per cui Modena, in quegli anni, è stata ai vertici”. Marco invece com’era? “Luca era più talentuoso, mentre Marco andava a cercare il talento lavorando sui piccoli particolari, ogni giorno. Non mollava un centimetro. A volte facevo sfide personali con Luca perché dovevo murarlo in allenamento, anche se era praticamente impossibile, idem con Marco. Anche in allenamento non si risparmiavano, non c’era possibilità di vederli deconcentrati. Se ti alleni bene, giochi bene e questo in campo si vedeva, eccome”.

E il pubblico di Modena? “Spettacolare, unico, inarrivabile. Il pubblico di Modena riesce a incidere in modo profondo sul match e sui giocatori, se stai giocando male il PalaPanini ha la forza di farti cambiare marcia. E’ impressionante. E’ stato veramente bello giocare a Modena con il palazzetto pieno, un qualcosa che mi porto dentro, sempre. Sono ricordi che rimangono indelebili. Non sono più entrato al PalaPanini dopo che ho smesso di giocare, preferisco ricordami quel palazzo con quelle sensazioni addosso”. Modena però vuole riabbracciarti “Ho promesso ad una persona che tornerò, e prima o poi si, tornerò”.


Legends - Il Sestetto dei Sogni - Fabio Vullo

Inizia oggi la nostra rubrica dedicata al “sestetto dei sogni”, quello che nel 1996/97 ha messo in bacheca Coppa Italia, Scudetto e Coppa dei Campioni di una Modena che i tifosi gialloblù non dimenticheranno mai. Vullo-Cuminetti, Van De Goor-Giani, Cantagalli-Bracci è un ritornello che gli amanti del volley scandiscono a memoria, un po’ come i calciofili fanno con l’Italia del Mundial ’82 di Spagna.

Il regista di quella squadra forte da far paura era Fabio Vullo, per i modenesi semplicemente “Le mani” e da lui iniziamo le interviste di quel dream team. “Quello del 1996/97 era un sestetto fatto di persone diverse, con caratteri diversi e visioni altrettanto diverse, unito da un grande comune denominatore: la voglia di vincere”. Ecco come Fabio Vullo, uno dei più grandi palleggiatori che il PalaPanini abbia visto all’opera, ricorda la squadra che ha vinto tutto a metà anni novanta e che noi ora raccontiamo sui nostri social. “Ho giocato in tante squadre che hanno fatto grandi cose, ma è difficile trovarne una che avesse un’amalgama forte come quella che c’era tra noi sei. Si è creato qualcosa di magico, è scattata quella scintilla che scatta quando metti insieme personalità differenti che si vanno a completare a vicenda”.

Partiamo dal giocatore che giocava opposto a Fabio, Juan Carlos Cuminetti: “Il mio grande compagno di camera di quegli anni, una persona dolce, diretta, sincera, uno che c’era sempre, che faceva da spalla e da primo attore a seconda delle necessità. Io che l’ho vissuto per tanti anni posso davvero dire che prima del giocatore Juan Carlos era una persona eccezionale. Con lui in posto 2 era uno spettacolo giocare. Cumi era un attaccante micidiale, ma anche un compagno terribile a muro, ti giravi, lo vedevi da dietro e ti rendevi conto faceva veramente ombra, ma tanta tanta ombra, si alzava con quelle manone e di buchi dove tirare ce n’erano proprio pochi. Al centro avevo due fenomeni come Giangio e Bas Van De Goor. Andrea aveva una capacità di salto enorme ed un pregio assoluto, sapeva dove mettere la palla e lo faceva con una costanza disarmante. Bas? Abbiamo attaccato palloni da tutte le parti del campo, ci trovavamo a occhi chiusi, “ci sentivamo” senza vederci, io arrivavo sulla palla e lui sapeva dove e quando sarebbe arrivata, che meraviglia”. Il sestetto in posto 4 vede protagonisti Luca Bazooka Cantagalli e Marco Bracci: “Che dire, difficile trovare due martelli come Luca e Marco. Bazooka continuava a chiedermi di giocargli una super, voleva attaccare una palla velocissima e corta, io però gli avevo realizzato una “nove ad hoc”, in pratica era una palla molto veloce che però aveva un po’ “di pancia”, che andava a finire un metro dentro l’asta, perfetta per Luca”. E lui? “Lui attaccava una diagonale stretta che avevano in pochi, mentre se gli chiudevi la diagonale attaccava la parallela con una facilità incredibile. Il polso di Luca lo aveva Luca e basta. Marco Bracci era una delle anime, anche a livello caratteriale, di quel gruppo. Forte, verace, a volte sfrontato, dava tutto dal primo all’ultimo punto e arrivava letteralmente svuotato a fine match, un vero leone, un giocatore pazzesco”. Bas Van De Goor ricordando quel sestetto ha detto che c’erano due trascinatori, Vullo e Bracci: “Beh che dire, un enorme grazie a Bas, sapere dei suoi complimenti mi inorgoglisce, devo dire che per caratteristiche caratteriali condivido quello che ha detto, io e Marco avevamo tante responsabilità e vedendo i risultati che sono arrivati penso abbiamo fatto tutti qualcosa di importante”. Il 7 maggio del 1997 al PalaVerde di Treviso si gioca una delle gare che sono rimaste nella storia di Modena e del volley, italiano e non solo. Era Gara4 della finale Play Off Scudetto, Treviso è avanti 2-1 e può chiudere la serie e mettere in bacheca lo Scudetto. Ma davanti a quella Sisley c’è Modena, quella Modena: “E’ impossibile dimenticare quella serata, quel martedì. Il lunedì avevo accompagnato mia moglie per un tracciato all’ospedale, aspettavamo l’arrivo di mia figlia Camilla e la data del termine era molto vicina. Sono partito per Treviso e quella notte ho dormito col telefono vicino all’orecchio per avere notizie, mi sono svegliato e ho iniziato a chiamare, ma nessuno rispondeva. Nulla, silenzio. Dopo qualche ora mio fratello mi ha detto che era nata Camilla e mio cognato per l’emozione si era dimenticato di chiamarmi. Entrai in campo quella sera emozionato, sapevo che mia moglie e la mia bimba mi guardavano, sono ricordi che mi fanno venire ancora la pelle d’oca. Abbiamo perso il primo set male, andando sotto addirittura 11-0 per la Sisley. Erano pronti a festeggiare, ma facemmo una rimonta incredibile per poi tornare sotto 13-11 nel tie-break, ma niente, noi volevamo a tutti i costi portare a casa Gara4 e lo abbiamo fatto in modo pazzesco. Nello spicchio giallo dei nostri tifosi c’era un enorme fiocco rosa che celebrava la nascita della mia Camilla, i tifosi di Modena sono unici, lo sanno tutti nel mondo dello sport”. A capo di quel sestetto terribile c’era un condottiero, Daniele Bagnoli: “Un grande tecnico, uno che sapeva tantissimo di pallavolo, maniacale nello studiare noi e gli avversari, mi ricordo le sue nottate in ufficio a guardare vhs senza sosta. Con Daniele ho lavorato a Modena e poi a Treviso, abbiamo condiviso grandi vittorie e sconfitte pesanti, un vero e proprio punto di riferimento”


MEDAGLIA D’ORO ALL’EYOF 2022 CON L’ITALIA UNDER 20

Nazionali giovanili, medaglia d’oro all’Eyof 2022 con l’Italia Under 20 per l'Assistant Coach Nicolò Zanni!

Continua l’estate di vittorie in nazionale per giocatori e staff di Modena Volley. Dopo l’oro in VNL per Giani, Ngapeth e Ciamarra e la vittoria agli europei di Tommaso Rinaldi arriva l’oro per l’Assistant Coach Nicolò Zanni.
Superando in finale per 3-0 la Bulgaria a Banská Bystrica, nel tardo pomeriggio di ieri l’Italia Under 20 ha infatti conquistato il primo posto finale all’European Youth Festival (EYOF) 2022, la manifestazione multidisciplinare giovanile europea che si è svolta negli ultimi sei giorni in Slovacchia.
Per la squadra guidata in panchina da Matteo Battocchio si è trattato di una conferma dopo il titolo vinto nella stessa manifestazione tre anni fa a Baku, quando a trascinare la squadra al successo c’era anche Tommaso Rinaldi.
Fra il 17 e 25 settembre l’Italia Under 20 giocherà in Abruzzo l’Europeo di categoria, ultimo appuntamento di un’estate particolarmente ricca di impegni internazionali di livello.

Di seguito il tabellino della Finale dell’European Youth Festival (EYOF) 2022 di Banská Bystrica:
Italia-Bulgaria 3-0
(25-20, 25-21, 25-23)
ITALIA: Iervolino 1, Ambrose 4, Boninfante 7, Porro 12, Volpe 2, Bovolenta 9, Laurenzano (L); Penna 7. N.e. Arguelles Sanchez, Balestra, Fanizza, Guerrini. All. Matteo Battocchio.
BULGARIA: Palev, Nikolov A. 15, Antov 4, Stoev 4, Bouchkov 3, Mitsev (L); Tatarov 8, Nikolov B., Nachev 3, Garkov 8. N.e. Mitov. All. Martin Stoev.
ARBITRI: Boulanger (Francia) e Miklosic (Serbia).
DURATA SET: 21’, 23’, 24’; tot 1h e 8’.
NOTE: 500 spettatori. Italia: 8 muri, 4 ace, 9 errori in battuta, 5 errori in attacco, 43% in attacco, 38% (15%) in ricezione. Bulgaria: 9 muri, 3 ace, 17 errori in battuta, 8 errori in attacco, 42% in attacco, 40% (12%) in ricezion


Una Prelazione Da Record

"Modena sta rispondendo come solo Modena sa fare: la prelazione si chiude con i numeri più alti di sempre. A chi ha già rinnovato il suo abbonamento e a chi lo rinnoverà possiamo solo dire Grazie, il PalaPanini siete voi!"

Si è chiusa ieri la prima fase di prelazione della campagna abbonamenti di Modena Volley per la stagione 2022/23 e la risposta del pubblico di Modena è straordinaria. Sono oltre 1200 le tessere sottoscritte dai tifosi gialloblù, un numero che riporta il PalaPanini agli anni pre covid, il Tempio, insomma, resta il Tempio ed è prontissimo ad affiancare Bruno e compagni nella stagione che avrà inizio il 2 di ottobre.

“Il pubblico di Modena sta rispondendo in maniera eccezionale – commenta Giulia Gabana, Presidente di Modena Volley -, il periodo non è dei più semplici a livello globale, ma mi riempie il cuore di gioia sapere di poter contare sempre sulla nostra colonna portante, il pubblico. Il progetto tecnico che abbiamo approntato, e di cui io sono estremamente orgogliosa, è piaciuto e ha convinto anche i nostri tifosi: il mix di giovani con un grande potenziale e di campioni di consolidata esperienza darà al Giangio la possibilità di schierare una squadra affamata di successi e che sarà pronta a giocarsela con tutti a viso aperto. Questo era il nostro obiettivo, questo era quello che volevamo assicurare al nostro pubblico: spettacolo in campo e un progetto che guardasse al futuro”.

“Per me è la prima campagna abbonamenti vissuta da dietro le quinte – aggiunge il Vice Presidente Michele Storci-, è emozionante vedere la vicinanza e il calore di tifosi e appassionati che ho potuto toccare con mano salutando personalmente alcuni degli abbonati in fila al PalaPanini. Modena si conferma, una volta di più, la capitale della pallavolo, anche e soprattutto per il suo pubblico unico”.

PRELAZIONE ABBONATI — SECONDA FASE (CAMBIO POSTO) — DAL 28 AL 2 AGOSTO

Il rinnovo dell’abbonamento è riservato esclusivamente agli abbonati alla stagione 2021/22 che vorranno cambiare il posto della scorsa stagione.

Gli abbonamenti possono essere sottoscritti:

Online: sul sito Vivaticket.it o in tutti i punti vendita Vivaticket sparsi sul territorio nazionale
Presso il Palapanini: dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 13,00.
L’accesso avverrà dalle porte di ingresso all’atrio, uno alla volta, muniti di mascherina.

Per rinnovare l’abbonamento e cambiare il proprio posto i vecchi abbonati, devono inserire il numero di Cod. Accesso sul retro della tessera abbonamento della scorsa stagione.

NUOVI ABBONATI – DAL 5 AGOSTO

Dal 5 agosto inizierà la vendita a tutti i nuovi abbonati e verranno mantenuti gli stessi prezzi della scorsa stagione. La vendita degli abbonamenti sarà sospesa al PalaPanini fino al 23 agosto incluso.

Gli abbonamenti possono essere sottoscritti solo online sul sito Vivaticket.it o in tutti i punti vendita Vivaticket sparsi sul territorio nazionale.


Superati i 900 Abbonamenti


Il Calendario Ufficiale della Prossima Stagione

Per Modena Volley esordio a Padova il 2 ottobre, esordio al PalaPanini con Piacenza alla seconda, alla terza arriva la Lube

Nella giornata odierna si è tenuta a Bologna la presentazione della stagione del prossimo anno di Superlega con il sorteggio del calendario. Modena Volley giocherà il primo match della stagione il 2 ottobre in trasferta a Padova, esordio al PalaPanini con Piacenza alla seconda, match con Lube alla terza, sfida con Perugia alla quinta giornata. A seguire match con Monza alla decima, l’andata si chiude con Trento in casa l’11 dicembre. La semifinale di Supercoppa contro la Lube si giocherà il 31 ottobre, i quarti di Coppa Italia il 28 e 29 dicembre.


Ecco la Modena Volley che disputerà la stagione 2022/23

Krick completa il reparto centrali con Stankovic, Bossi e Sanguinetti. Salsi e Sala confermati vice Bruno e Lagumdzija, liberi Rossini e Gollini e in banda c'è ancora un posto...

Va a definirsi in maniera quasi definitiva il roster della Modena Volley che scenderà in campo nella stagione 2022/23.

Al centro Dragan Stankovic, Elia Bossi (al ritorno dopo una buona stagione sempre nella Top Volley) e il confermato Giovanni Sanguinetti saranno affiancati dal neo acquisto Tobias Krick. È una batteria di esperienza e giovani affermati quella che avrà dunque in rosa, come centrali, la società del presidente Giulia Gabana. Nella prossima stagione Nicola Salsi sarà ancora vice di capitan Bruno Mossa De Rezende mentre Lorenzo Sala viene confermato nuovamente secondo opposto dopo il debutto del 2021/22. A completare il roster saranno i liberi Salvatore Rossini e Riccardo Gollini, entrambi confermati e pronti per la nuova avventura 2022/23. In banda Il campione Olimpico Earvin Ngapeth, il neo campione europeo Under 22 Tommi Rinaldi e l’australiano Lorenzo Pope restano in attesa di sapere chi sarà il compagno che completerà il reparto


Tobias Krick è un nuovo giocatore di Modena Volley

Il punto di forza della nazionale tedesca rinforza la batteria dei centrali gialloblù

Il nazionale tedesco Tobias Krick è un nuovo giocatore di Modena Volley. Il centrale classe 1998, 211 cm di altezza ha conquistato da protagonista l’argento europeo 2017 con la Germania guidata da Coach Giani. Cresciuto a Francoforte, con cui ha disputato stagioni importanti nella serie A tedesca, Krick ha poi fatto due grandi anni in Superlega a Cisterna, ed è uno dei punti di forza della nazionale teutonica.