Primo giorno di allenamenti della stagione 2024/2025
Questa mattina al PalaPanini si è tenuto il primo allenamento della stagione 2024/2025 di Modena Volley, preparazione che proseguirà per la parte aerobica anche alla Polisportiva Saliceta e in piscina al David Lloyd di Modena.
Presenti questa mattina agli ordini di coach Giuliani il palleggiatore Silvester Meijs, gli schiacciatori Tommaso Rinaldi, José Miguel Gutierrez e Jacopo Massari, i liberi Filippo Federici e Riccardo Gollini e i centrali Dragan Stankovic e Riccardo Grue, quest’ultimo aggregato dalla Serie B in attesa del rientro degli altri componenti della prima squadra.
L’opposto Ahmed Ikhbayri raggiungerà la squadra nei prossimi giorni a causa di un problema burocratico, poi il 19 agosto rientreranno il palleggiatore Luciano De Cecco e il centrale Giovanni Sanguinetti, reduci dalle Olimpiadi di Parigi. Il 21 agosto raggiungerà la squadra lo schiacciatore Vlad Davyskiba, momentaneamente impegnato con la nazionale bielorussa, mentre il 30 agosto arriverà l’opposto Paul Buchegger che concluderà le qualificazioni all’Europeo con la nazionale austriaca. L’ultimo ad aggregarsi alla squadra sarà il centrale Pardo Mati dopo l’Europeo Under 20 che si concluderà nei primi giorni di settembre.
Questa mattina hanno parlato il coach Alberto Giuliani, il centrale Simone Anzani e lo schiacciatore Tommaso Rinaldi in vista del prossimo periodo di preparazione atletica.
“L’Olimpiade è stata un torneo di un livello altissimo come abbiamo visto tutti – esordisce Giuliani – le formazioni che sapevamo essere forti si sono confermate senza grandi sorprese. Sia come individualità che come gioco di squadra il livello è stato indiscutibile. Complimenti alla squadra femminile, a Julio Velasco e a tutto il movimento per l’oro, anche la squadra maschile ha espresso un ottimo gioco e sicuramente possiamo essere tutti soddisfatti di quello che abbiamo visto e che vedremo in futuro.
Oggi qui al PalaPanini ricominciamo ad allenarci con entusiasmo per preparare la squadra a esprimere qualità fisica, tecnica e in un secondo momento di squadra. Vogliamo che questa preparazione sia totale, senza sottovalutare alcun aspetto. Che squadra vorrei? Una squadra che capisca in fretta come affrontare emotivamente i diversi fondamentali, una formazione capace di essere a fuoco in tutte le fasi del gioco.
Sarà una stagione più regolare delle ultime, con pochi impegni infrasettimanali, quindi potremo fare una buona preparazione e potremo anche ritoccare eventualmente qualcosa durante l’anno avendo spazio per lavorare tra una gara e l’altra. Abbiamo tanti dualismi in squadra, credo sia un grande stimolo per i ragazzi e sarà un valore aggiunto. Vogliamo riscattare le cose che lo scorso anno non sono andate, ho visto come il pubblico di Modena sa spingere la squadra e voglio che la squadra sappia accendere il tifo”.
“È bello tornare qui – spiega Anzani, in borghese ma presente al fianco dei compagni – essere al PalaPanini è sempre un onore e un piacere. Sono in attesa di avere conferme dal centro medico del CONI per poter riprendere l’attività, in questo momento sono fuori dagli allenamenti e aspetto sviluppi. Sono in attesa di ricevere l’idoneità sportiva, a giorni gli organi del CONI rientreranno da Parigi e vedremo cosa succederà. Dover vivere le Olimpiadi da casa è stata sicuramente una botta, un fulmine a ciel sereno, ma è andata così e non posso farci niente. La mia motivazione rimane altissima, sono sempre positivo e so che qui al PalaPanini troverò grandi soddisfazioni. L’Olimpiade della Nazionale maschile? L’ambizione era quella di salire sul podio, ma dobbiamo considerare che è il quarto anno di fila che siamo al top nel mondo e non era scontato arrivare lì ancora una volta. Faccio tanti applausi ai miei compagni di Nazionale perché hanno dato tutto quello che avevano, quando incontri una formazione come la Francia sai di avere davanti un avversario fortissimo e loro l’hanno dimostrato anche in finale con la Polonia. Con gli Stati Uniti credo che la squadra abbia subito la botta emotiva della semifinale ed è andata così, credo che la medaglia la meritassimo, ma va bene così”.
“Questo periodo di riposo mi è servito per ricaricare le batterie e per riflettere – conclude Rinaldi – voglio cominciare forte per fare una bella stagione e godermi davvero questa città e questo pubblico. Ho parlato coi miei compagni, li vedo già molto focalizzati e siamo carichi per cominciare. Cosa mi è mancato l’anno scorso? Resistere meglio alla pressione avversaria e riuscire ad aiutare sempre la squadra facendomi vedere sempre propositivo, quest’anno voglio migliorare da questo punto di vista. Ci sarà concorrenza nel mio reparto, il posto non è mai garantito e senz’altro giocherà chi aiuta di più la squadra, io sono pronto a dare il massimo. Come ho vissuto l’Olimpiade? Sicuramente era un mio obiettivo essere là, vederla da casa mi ha fatto un effetto positivo, perché è stato bello vedere amici e persone a cui sono legato a Parigi, e negativo insieme. Il quarto posto un po’ brucia, per il percorso degli ultimi anni credo che la Nazionale maschile meritasse la medaglia, ma siamo una squadra molto giovane e il futuro è sicuramente roseo. Ngapeth? È bello vederlo giocare così, quando mette in campo la sua pallavolo è sempre uno spettacolo e sono felice per lui”.
De Cecco e Sanguinetti protagonisti a Parigi 2024, ecco quando e dove seguire i loro match!
Alle Olimpiadi di Parigi 2024, Modena Volley sarà rappresentata dal centrale italiano Giovanni Sanguinetti e dal palleggiatore argentino Luciano De Cecco. Quest’ultimo, oltre ad essere capitano della propria nazionale, sarà anche portabandiera del suo paese nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi. L’Italia di Sanguinetti (inserita nel girone B insieme a Brasile, Egitto e Polonia) esordirà sabato 27 luglio alle ore 13 contro il Brasile, mentre l’Argentina di De Cecco (presente nel girone C con Stati Uniti, Germania e Giappone) debutterà sempre sabato ma alle ore 21 contro gli Stati Uniti. Le partite dell’Italia saranno visibili su Eurosport, Rai e Discovery+, i match dell’Argentina su Eurosport e Discovery+ e probabilmente anche sulla Rai a seconda dei palinsesti.
CALENDARIO ITALIA – FASE A GIRONI
Sabato 27 luglio 2024, ore 13.00: Italia-Brasile
Martedì 30 luglio 2024, ore 9.00: Italia-Egitto
Sabato 3 agosto 2024, ore 17.00: Italia-Polonia
CALENDARIO ARGENTINA – FASE A GIRONI
Sabato 27 luglio 2024, ore 21: Argentina-Stati Uniti
Mercoledì 31 luglio 2024, ore 13: Argentina-Giappone
Venerdì 2 agosto 2024, ore 9: Argentina-Germania
CALENDARIO FASE AD ELIMINAZIONE DIRETTA
Lunedì 5 agosto 2024 – Quarti di Finale ore 9.00; ore 13.00; ore 17.00; ore 21.00
Mercoledì 7 agosto 2024 – Semifinali ore 16.00 e ore 20.00
Venerdì 9 agosto 2024 – Finale medaglia di bronzo ore 16.00
Sabato 10 agosto 2024 – Finale medaglia d’oro ore 13.00
LA FORMULA
Le dodici partecipanti saranno suddivise in tre gironi. Al termine della fase a gironi verrà stilata una classifica generale che decreterà le otto formazioni che proseguiranno il loro percorso olimpico; si qualificheranno alla fase ad eliminazione diretta (Quarti di Finale) le prime due di ciascun raggruppamento più le due migliori terze. Gli accoppiamenti dei Quarti di Finale saranno i seguenti:
QF1: 1 vs 8
QF2: 2 vs 7
QF3: 3 vs 6
QF4: 4 vs 5
Le formazioni vincitrici dei Quarti accederanno alle Semifinali con il seguente schema:
SF1: WQF1 vs WQF4
SF2: WQF2 vs WQF3
Per Modena Volley esordio a Piacenza, alla seconda in casa Grottazzolina e a seguire Perugia, alla quarta si va a Trento
Si è svolta oggi pomeriggio a Bologna, con il sorteggio del calendario, la presentazione della stagione del prossimo anno di Superlega. Modena Volley debutterà a Piacenza il 29 settembre, mentre la prima gara al PalaPanini sarà con la neopromossa Grottazzolina il 6 ottobre, a seguire Perugia sempre in casa e poi trasferta a Trento il 20 ottobre. La quinta giornata sarà con Monza al PalaPanini, a seguire si va a Verona mentre la settima giornata sarà al PalaPanini con Cisterna. All’ottava giornata Modena andrà a Civitanova poi Padova in casa e in chiusura a Taranto, e Milano al PalaPanini. I quarti di finale di Coppa Italia saranno il 29 dicembre mentre la Final Four sarà il 25 e 26 gennaio 2025 a Bologna.
“Esordiremo contro Piacenza – commenta il coach Alberto Giuliani – per questo il pensiero va innanzitutto a quella gara. Le squadre vanno incontrate tutte, non mi soffermerei più di tanto sul quando e come. Adesso ci concentriamo sulla preparazione, dobbiamo eseguirla bene perché abbiamo una squadra in buona parte nuova e dobbiamo creare l’amalgama migliore. De Cecco e Sanguinetti a Parigi? Mi sarebbe piaciuto avere più di due giocatori all’Olimpiade, ma abbiamo loro e questo ha come lato positivo l’avere tutti gli altri già a disposizione fin dall’inizio. Olimpiade? Mi aspetto una bel torneo, l’Italia può essere protagonista”.
Modena Volley piange la scomparsa di Andrea Parenti
Con enorme tristezza Modena Volley tutta ha appreso la terribile notizia dell’improvvisa morte di Andrea Parenti.
Da oltre dieci anni Andrea era una colonna della nostra società, una persona che amava profondamente Modena Volley e chi ne faceva parte, una persona cui era impossibile non volere bene.
Andrea era un grande commerciale, innamorato del suo lavoro, una persona che aveva nel cuore Modena Volley e le persone che con lui lavoravano al PalaPanini. Andrea aveva qui una seconda famiglia, a tutti gli effetti.
Andrea Parenti lascia un enorme vuoto in tutti noi, che in questi anni gli abbiamo voluto profondamente bene.
Alla madre Maria, al padre Renato a tutti i famigliari e alle tantissime persone che gli volevano bene vanno le più sentite condoglianze e un enorme abbraccio.
Ci mancherai tanto Andrea, niente sarà più lo stesso senza di te
Scopriamo Jacopo dentro e fuori dal campo
Jacopo Massari, nato a Parma il 2 giugno 1988, torna a Modena dopo la scorsa stagione vissuta a Catania insieme all’altro neo gialloblù Paul Buchegger. Ha già vestito la maglia gialloblù nel 2016/17 conquistando la Supercoppa italiana e vanta un palmarès importante avendo messo in bacheca trofei come un Campionato italiano, una Coppa Italia, una Champions League ed un Campionato mondiale per club. Andiamo a scoprire ancora meglio Jacopo Massari.
Ciao Jacopo, raccontaci qualcosa di te partendo da dove sei nato e cresciuto
“Sono nato a Parma, ma cresciuto a Salsomaggiore Terme dove ci sono famiglia e amici e dove ho vissuto l’infanzia e una parte di adolescenza fino all’età di 14 anni. Ho fatto tantissimi sport, dal calcio all’atletica, passando per il salto in alto e corsa di fondo. Ho dunque “toccato” diversi sport, fino a quando all’età di 14 anni, per via della pallavolo, ho fatto avanti e indietro da Parma.
Perché hai scelto la pallavolo e a livello di famiglia e amicizie come è cambiata la tua vita grazie a questo sport?
“Ho scelto la pallavolo per due motivi, il primo riguarda mia sorella che giocava a Parma. Andavo spesso a vederla e da lì ho cominciato a vedere il volley come una possibilità di sport. Anche mio padre e mia madre erano legati alla pallavolo e quindi diciamo che in casa nostra si respirava l’aria del volley e dello sport in generale. Il secondo, invece, è stato quando al primo anno di istituto professionale c’era la possibilità di fare pallavolo e chiesi al coach di poter fare un allenamento. Da quel momento è iniziato il mio percorso, iniziato a Parma e proseguito successivamente a Piacenza. Sono stato fortunato perché arrivai in un gruppo di ragazzi incredibili, che ancora adesso sono i miei amici storici. Siamo un bel gruppo che ha fondato l’amicizia con la pallavolo, ormai siamo nella stessa compagnia da vent’anni. Devo ringraziare i miei genitori, mi hanno sempre dato grandi possibilità senza forzarmi in una direzione o nell’altra ed è stato il massimo poter scegliere ciò che volevo e sentivo”.
Se non avessi fatto il pallavolista, che lavoro avresti fatto?
“Quando ho fatto il primo anno di università ho scelto Scienze Motorie, ma in realtà volevo fare fisioterapia perché mia mamma era fisioterapista. Non ho seguito quel percorso in quanto la pallavolo non mi dava la possibilità di fare entrambe le cose in quel momento. Mi sarebbe piaciuto anche il mestiere del carabiniere, dato che l’arma mi ha sempre affascinato”.
Cosa ti hanno lasciato i posti dove sei stato a giocare? Che ricordi hai delle tue esperienze in Bulgaria, Turchia e Francia, senza dimenticare naturalmente che hai vestito le maglie di Civitanova, Piacenza e appunto Modena.
“Le cose che mi porto sicuramente dietro sono diverse, ma la principale riguarda i contatti con le persone. Anche nell’ultima esperienza a Dubai, ho avuto la fortuna di aver incontrato persone incredibili e di aver installato importanti rapporti di amicizia. Ovviamente c’è la difficoltà di mantenerli dal punto di vista reale, ma so che sono amici presenti e disponibili in caso di bisogno. Ciò mi ha arricchito molto, senza dimenticare i paesaggi dato che sono sempre stato attaccato alla natura. Parlo soprattutto di Bulgaria e Turchia, posti meravigliosi. Ogni esperienza sia in Italia che all’estero mi ha lasciato qualcosa, a livello di contatti, persone e amici ma anche dal punto di vista sportivo. I trofei che ricordo con maggiore gioia? La Supercoppa ottenuta a Modena è stato il primo trofeo importante in Italia, ha un valore importante. Dico anche ciò che ho vinto con la Lube, sono stati anni magici in cui ho avuto l’opportunità di vincere e di giocare in un gruppo incredibile”.
Qual è il giocatore a cui ti ispiri/ti sei ispirato e qual è l’avversario più forte che hai incontrato?
“Dico Samuele Papi e William Priddy, due giocatori che ho osservato tanto per ispirarmi dal punto di vista fisico e mentale. Ho avuto la fortuna di giocare per due anni con Papi e vedevo che, nonostante non fosse più giovanissimo, che tipo di attitudine avesse dentro o fuori dal campo. Inoltre, in questo momento ci sono tanti giocatori forti come Yuki Ishikawa e Torey DeFalco, da cui imparare per crescere e migliorare ulteriormente. Da avversario, un giocatore che mi ha sempre impressionato è stato Maksim Michajlov. Ci ho giocato contro diverse volte, mi ha colpito come costanza e alto livello di gioco in ogni tipo di competizione”.
Cosa ti aspetti dalla prossima Superlega e cosa significa per te indossare la maglia di Modena e giocare al PalaPanini?
“Mi aspetto una Superlega tosta e interessante come sempre, alcune squadre si sono rinforzate e altre hanno cambiato e quindi è difficile fare grosse previsioni e avere delle certezze. Sicuramente il livello è rimasto molto alto, noi dovremo trovare presto un’identità dato che ci sono stati cambiamenti importanti in squadra. Sarà fondamentale avere un’identità molto forte sia a livello umano che tecnico, successivamente potremo fissare gli obiettivi e capire dove arrivare. Per me tornare a Modena è sicuramente una grande emozione, non sono più giovanissimo ma penso di avere ancora tanto da dare e ci tenevo molto a tornare qui. Ho voglia di restare ancora ad alti livelli e vivere a pieno la stagione, il PalaPanini suscita emozioni uniche e sarà bellissimo indossare la maglia gialloblù”.
Un tuo punto forte e un punto debole a livello di gioco.
“I miei punti forti sono ricezione e difesa, sono fondamentali che mi piacciono e su cui ho lavorato tanto. Il muro, invece, non è la mia arma preferita e il coach lo sa dato che abbiamo lavorato insieme in Bulgaria. Rispetto a prima sono comunque migliorato, ma si può sempre crescere e sarà interessante lavorarci ancora sopra. Pregio e difetto come compagno di squadra? Penso di essere un compagno molto disponibile sia al dialogo sia al sacrificio a favore della squadra. Il mio difetto è che a volte sono forse troppo rigido in determinate situazioni”.
A proposito di compagni di squadra, ritrovi Buchegger in campo e Giuliani in panchina ma non solo…
“C’è anche Anzani, abbiamo giocato insieme sia in Nazionale che alla Lube. Ci conosciamo molto bene, abbiamo un ottimo rapporto e amicizia. Con Paul, invece, sono stati mesi intensi e belli. Sono contento di averlo conosciuto, di averlo avuto come compagno di squadra e di ritrovarlo qui a Modena. Ci siamo sentiti durante le fasi di mercato, è sicuramente un grandissimo giocatore ma allo stesso tempo una grandissima persona. E’ fondamentale avere ragazzi del genere all’interno della squadra. Ritrovo Giuliani, Stankovic mio capitano alla Lube, De Cecco contro cui ho giocato tante volte e sarà un piacere giocare insieme ma anche Ciamarra dopo le esperienze a Città di Castello e appunto Modena. Gli altri ragazzi li ho conosciuti a Dubai, ho avuto un ottimo feedback con tutti. Non vedo l’ora di ritrovarli nuovamente per poter instaurare un rapporto ancora più profondo”.
Quali sono le tue passioni oltre alla pallavolo?
“Seguo il calcio e sono un tifoso del Milan, pacato e tranquillo senza essere malato e sfegatato. Inoltre, mi piace praticare altre discipline sportive come il golf e ascolto tanta musica. Infine, sto facendo un master con il Politecnico di Milano in Sport Design Management: dopo la laurea in Scienza Motorie ho deciso di fare questo percorso, porta via tanto tempo ma è bello ed è stata una scelta ponderata”.
Piatto preferito italiano e non italiano?
“Per quanto riguarda la cucina italiana, rispondo con un classico: gli spaghetti al pomodoro, se fatti bene sono veramente buoni. Sulla cucina estera, dico il baklava che è un dolce turco. E’ molto calorico e si mangia ogni tanto, ma è uno dei piatti che mi ha più colpito negli anni in cui ero lontano dall’Italia”.
Un saluto ai tifosi gialloblù in attesa di ritrovarsi presto al PalaPanini
“Non vedo l’ora di vedervi numerosi sugli spalti e di sentirvi cantare in ogni partita. Sarà una stagione lunga, avremo bisogno del vostro supporto e attendo con ansia il momento in cui sentirò il primo boato del pubblico nel momento dell’ingresso della squadra in campo”.
Nota della società relativa alle condizioni di Simone Anzani
Come comunicato dalla Federazione Italiana “in seguito agli ultimi accertamenti effettuati, l’Istituto di Medicina dello Sport del CONI ha comunicato la sospensione dall’attività agonistica del giocatore della nazionale seniores maschile Simone Anzani per la necessità di una rivalutazione della situazione clinico funzionale. Il centrale azzurro, che ha lasciato il ritiro, dunque, non potrà prendere parte ai Giochi Olimpici e verrà sottoposto a ulteriori controlli diagnostici per garantire la partecipazione alla stagione agonistica 2024-2025”.
Siamo al fianco di Simone, che in questo momento sta vivendo una situazione molto difficile, siamo al suo fianco come uomo e come giocatore.
La salute di Simone Anzani è la priorità assoluta per Modena Volley. Lo aspettiamo al PalaPanini, per dargli tutta la forza possibile, fiduciosi che dopo tutti gli accertamenti che saranno necessari, possa regolarmente prendere parte alla preparazione per la prossima stagione. Forza Simo.
Scopriamo Ahmed dentro e fuori dal campo
Ahmed Ikhbayri è un opposto libico classe 1996 che nei suoi primi anni di carriera ha girato il mondo. Partito dal proprio Paese di origine, Ikhbayri ha poi collezionato esperienze in Serbia, Slovenia e Corea del Sud, oltre che con la nazionale libica. Ahmed ha la pallavolo nel sangue, viene infatti da una famiglia in cui tutti – a diversi livelli – giocano o hanno giocato al nostro sport.
Ciao Ahmed, raccontaci qualcosa di te.
Ora vivo a Bengasi, ma sono nato a Sebha, una città nel deserto della Libia centro-meridionale. Lì ho passato la mia infanzia, amavo la mia città, poi nel 2013, a 17 anni, mi sono trasferito con i miei fratelli a Bengasi per studiare e per giocare a pallavolo. La nostra è infatti una famiglia in cui tutti praticano o hanno praticato questo sport, compresi mio padre e tutti i miei cugini, diciamo che il cognome Ikhbayri è quasi una garanzia genetica nei confronti della pallavolo. Anche uno dei miei fratelli, Mohamed, è riuscito a diventare un giocatore professionista: oggi è allo Zamalek, squadra egiziana, ma è stato anche nel campionato sloveno in precedenza.
La mia città, Sebha, quando ero piccolo era meravigliosa e la adoravo, poi tra il 2015 e il 2019, anche a causa della guerra civile, era diventata pericolosa. Ora è di nuovo sicura, ma è stata fortemente rinnovata e non mi piace più come prima.
Adesso qui da noi la situazione è più tranquilla, la vita è normale da qualche anno, io torno qui d’estate quando non gioco a pallavolo e riesco a fare tutto con la mia famiglia e i miei amici.
Il periodo in cui la guerra civile era intensa come potete immaginare non è stato facile, mi trovavo in Libia e la vita era dura, ma ora le cose vanno meglio.
Quando sono andato a Bengasi ho cominciato a giocare nell’Al Ahly, una delle migliori squadre del mio Paese. Negli anni successivi anche i miei genitori sono venuti a vivere a Bengasi con noi, adesso d’estate ci vediamo qui ma riesco anche a viaggiare quando non sono impegnato con la pallavolo.
Oltre ai club gioco, infatti, anche nella nazionale libica, con la quale nel 2023 abbiamo vinto la medaglia di bronzo ai campionati africani, un traguardo importante per noi.
Tornando alla pallavolo, ci dicevi che la tua famiglia e il nostro sport vanno a braccetto…
È così: io, i miei fratelli, mio padre, i miei cugini… tutti quelli che portano il cognome Ikhbayri giocano a pallavolo. Anche mio padre è arrivato a giocare in nazionale qualche decennio fa, lui però faceva lo schiacciatore.
C’è un giocatore a cui tu ti ispiri o che ti piace particolarmente?
Wilfredo Leon, Leal, Simon, Juantorena… in generale tutti i giocatori di origine cubana di quella generazione. Quando ero a Sebha e mi stavo avvicinando alla pallavolo la nazionale della Libia aveva un coach cubano, Manuel Torres, che mentre allenava qui ha girato un po’ il Paese. Quando è venuto da noi a Sebha si è fermato un po’ perché era rimasto impressionato dalla qualità dei giocatori che ha trovato lì, è così che mi sono legato a Cuba. Più avanti ho avuto anche io un coach cubano, Pavel Pimienta.
Cosa ti aspetti dal campionato italiano?
Credo che la Superlega sia il miglior campionato al mondo, sono davvero carico e non vedo l’ora di cominciare, è un sogno che si avvera per me.
Io ho giocato una stagione in Serbia, due in Slovenia e due in Corea del Sud. Il primo anno in Slovenia, al Maribor, abbiamo vinto il campionato, quindi il secondo anno abbiamo giocato la Champions League.
Credo che, come livello, il miglior campionato in cui ho giocato sia quello coreano, ma ora a Modena si tratta per me di fare un ulteriore step importante.
Cosa significa per te indossare la maglia di Modena?
È un’emozione indescrivibile, è da quando ero bambino che conosco e ammiro il club gialloblù ed essere arrivato a giocarci è davvero un sogno. Quando ho detto a mio padre che sarei venuto a giocare a Modena era orgogliosissimo di me, chi come lui ha giocato a pallavolo sa bene cosa rappresenta la società gialloblù. Anche i miei amici erano increduli e contentissimi per me, parlando con loro sento che sono elettrizzati quanto me per l’esperienza che farò nel campionato italiano.
C’è qualche altro sport che segui a parte la pallavolo?
Mi piace il calcio, in Italia simpatizzo per l’Inter, e seguo molto anche l’NBA, soprattutto quando si giocano i play-off. Nel basket non posso dire che ci sia una squadra per cui tifo, diciamo che sono un fan di alcuni giocatori come LeBron James, Kyrie Irving e Jimmy Butler.
Se devo dire una squadra preferita dico i Los Angeles Lakers, perché quando giocava ero un grande fan di Kobe Bryant.
Sei mai stato in Italia?
Ci sono stato soltanto un giorno quando ero nel Maribor, siamo stati a giocare in trasferta a Civitanova, ma non ho avuto modo di visitare nulla. Anche per questo non vedo l’ora di arrivare, credo mi piacerà molto l’Italia.
Sicuramente conosco già diverse cose dell’Italia e della sua cultura, anche perché nel dialetto libico alcune parole sono molto simili all’italiano visto il passato del Paese. Ad esempio, le parole “cucina”, “forchetta”, “sterzo” e tante altre si pronunciano in maniera molto simile nel nostro dialetto.
Diverse parole collegate al cibo… qual è il tuo piatto preferito?
I maccheroni, anche in Libia si mangiano, ma anche la pizza. Un piatto tipico arabo che mi piace molto è il cous cous, mia madre fa un cous cous incredibile!
Torniamo sulla pallavolo, dimmi la tua miglior qualità come giocatore e qualcosa su cui invece devi migliorare.
Sono un opposto, credo sia l’attacco la mia arma migliore. Mentre, come molti opposti, devo migliorare i fondamentali di difesa. A Modena voglio crescere come giocatore sotto tutti gli aspetti.
Hai altri hobby a parte lo sport?
Mi piace ballare, ascoltare la musica e cantare per conto mio! I miei generi preferiti sono il rap e l’hip hop.
Fai un saluto ai tifosi gialloblù!
Non vedo l’ora di conoscervi e di giocare davanti al pubblico gialloblù, vi conosco da sempre e sarà un sogno vestire la maglia di un club come Modena!
Scopriamo Paul dentro e fuori dal campo
Paul Buchegger a Modena voleva tornare. E’ dentro al PalaPanini che nel 2020 l’opposto di Linz, grazie allo straordinario lavoro dei preparatori e dello staff medico e fisioterapico di Modena, è tornato giocatore dopo due tremendi infortuni. E quando ricevi così tanto, altrettanto vorresti ridare. Anche per questo Paul si è illuminato quando nei mesi scorsi Modena lo ha cercato per tornare, da protagonista e proprio per questo oggi raccontiamo la storia di un giocatore che sotto la Ghirlandina carico come non mai.
Dove sei nato e dove sei cresciuto?
“Sono nato a Linz, in Austria e lì sono cresciuto, poi ho fatto la scuola da pallavolista, qualcosa di simile al Club Italia a Roma. Dopo la maturità a scuola ho subito deciso di fare il pallavolista professionista e sono andato in Germania due anni, poi ho giocato sempre in Italia tranne un anno in Turchia”.
Hai fratelli o sorelle? Senti spesso i tuoi famigliari?
“Ho una sorella e un fratello. Mia sorella lavora a Vienna in un’azienda che costruisce ospedali, mentre mio fratello lavora vicino a dove abitano i miei genitori: lui è disabile e fa piccoli lavori al computer, tipo photoshop”.
Che legame hai con tuo fratello e tua sorella?
“Molto buono. Mio fratello Max va matto per lo sport: ha tutti gli abbonamenti possibili a Dazn, Sky e altre emittenti. Quando torna a casa dal lavoro si mette davanti alla tv e guarda tutto: dal calcio al tennis, poi segue le mie partite ed è il mio tifoso numero uno. E’ più grande di me, ha 32 anni, ha tutte le mie maglie, le mie foto e le medaglie che ho vinto nella mia carriera nella sua stanza”.
Come è stata l’esperienza quando sei andato via di casa per giocare a pallavolo?
“Sono andato via di casa a 14 anni per fare la scuola da pallavolista a Graz, a due ore e mezza in macchina da casa mia. Non è stato facile, però mi ha aiutato tantissimo per crescere come persona, fare esperienze e diventare più indipendente. E’ andato tutto bene, poi, dopo la maturità, sono andato in Germania, lì mi sono trovato molto bene: la lingua è la stessa e anche la cultura non è troppo differente da quella austriaca. Per me è stato molto facile adattarmi. Lì ho trascorso due anni bellissimi, perché la squadra era forte e avevamo un bel gruppo, ho deciso di continuare e di fare il professionista”.
Come è stato l’approccio con l’Italia rispetto alla Germania e all’Austria?
“Quando sono arrivato in Italia avevo vent’anni, era tutto molto diverso ed è stato difficile per me, c’era una lingua da imparare e tante differenze rispetto al mio Paese. Era complicato comunicare e capire anche il gergo pallavolistico, però ho giocato bene e alla fine mi sono ambientato alla grande”.
Poi sei andato a Ravenna e nel 2017-2018 hai disputato una stagione incredibile vincendo anche la Challenge Cup, ti ha scelto Monza, ma quell’estate in nazionale hai subito il primo di due bruttissimi infortuni al menisco.
“Esatto: per me è stato molto difficile. Ho trascorso tutta l’estate in nazionale, poi proprio all’ultima partita, quattro – cinque giorni prima di andare a Monza, mi sono fatto male. A seguire è iniziato il lungo periodo di recupero: sono dovuto stare fuori sei mesi. E’ stato molto difficile arrivare da infortunato in una società nuova. Poi mi sono ripreso e di nuovo ho trascorso l’estate del 2019 con la nazionale, lì mi sono fatto male di nuovo, stavolta all’altro ginocchio, ho pensato fosse davvero finita la mia carriera”.
A quel punto sei rimasto senza squadra e Modena nel 2020-2021 scommette su di te e torni in campo nel febbraio 2021, quasi due anni dopo l’infortunio.
“E’ stato un periodo complicato e strano, anche a causa del covid e del lockdown. Sono rimasto senza squadra e il ginocchio è guarito lentamente: era sempre gonfio, sono andato a Udine dal Dottor Segre e lui mi ha fatto un esame specifico, poi sono andato a Modena, dove ho incontrato lo staff medico. Mi hanno indirizzato a Roma, il Prof Mariani mi ha operato subito, rifacendomi quasi tutto il ginocchio. Da lì sono ripartito. Modena mi ha preso come giocatore anche se non avevo un contratto ufficiale, però avevamo un accordo verbale sul fatto che quando sarei stato pronto per rientrare mi avrebbero dato la possibilità di allenarmi con la squadra. Dopo il terzo intervento in tre anni, per me era fondamentale poter lavorare senza pressioni e senza fretta. Prima avevo sempre una data da rispettare per il rientro in campo, mentre Modena mi ha dato il tempo di cui avevo bisogno. Grazie a questo, secondo me, ora sono ancora un giocatore di questo livello: ho potuto recuperare al 100%”
Lo staff medico oltre al preparatore Oscar Berti e Antonio Brogneri, sono state persone importanti.
“Esatto: Oscar, Anto e anche Francesco Zucca quell’anno mi hanno seguito ad un livello top. Sono rimasto sempre in contatto con loro, anche dopo essere andato via da Modena. Oscar mi ha preparato le schede per l’estate e mi ha seguito. Ho visto che queste sono persone che hanno veramente tanta esperienza e sanno al 100% cosa stanno facendo, devo tanto a loro e allo staff medico di Modena, persone incredibili”.
Quando hai iniziato a giocare, c’erano dei giocatori a cui ti ispiravi? Oggi c’è qualcuno a cui ti ispiri?
“Non ho mai avuto un mito, però naturalmente ho sempre seguito i grandi opposti. In Italia ho seguito sempre Sokolov, Zaytsev e anche Atanasijevic: guardavo tutte le partite cercando di imparare qualcosa da loro”.
Qual è un tuo punto forte e qual è un tuo punto debole a livello di gioco?
“Credo di essere un opposto abbastanza completo in tutti i fondamentali. Forse non sono l’opposto che tira sempre forte al 100% ma me la cavo anche in difesa e a muro. Sono quello che guarda la situazione di là dalla rete, vede dove c’è un buco e cerca di mettere lì la palla. Il punto debole ogni tanto è la battuta, quando non mi “esce” bene”.
Cosa significa per te indossare la maglia di Modena oggi, dopo averla indossata quando non sapevi più se saresti tornato un grande giocatore?
“Quando ho ricevuto la chiamata è stato bellissimo, ho provato tante emozioni. Ho sempre avuto la sensazione che la mia storia con Modena non fosse finita perché Modena mi aveva dato tanto, ma io non avevo giocato tutto l’anno e non avevo avuto l’opportunità di restituire quanto ricevuto. Mi sono sentito male quando sono andato via, perché ho giocato a Modena ma non ho mai avuto la possibilità di giocare davanti ai tifosi perché era l’anno del Covid: questo fa la differenza, perché non ho provato le emozioni del palazzetto sempre pieno. Non vedo l’ora di giocare davanti ai tifosi al PalaPanini”.
Che altre passioni hai oltre alla pallavolo?
“Seguo tanti altri sport: il calcio in Austria, dove tifo il Lask Linz, e in Germania, il beach volley. Guardo film e mi piace anche pescare: quando giocavo a Catania avevo la casa vicino al mare e ci sono andato qualche volta”.
Piatto preferito italiano e non italiano?
“Pasta al ragù e schnitzel”.
Un saluto ai tifosi gialloblù.
“Saluto tutti i tifosi: non vedo l’ora, finalmente, di incontrarvi e di giocare al PalaPanini. Ci vediamo presto!”
Scopriamo Pardo dentro e fuori dal campo
Pardo Mati è nato a Grosseto il 7 agosto 2006, arriva a Modena per continuare il proprio processo di crescita iniziato proprio nella sua città di nascita e proseguito con Santa Croce e Brugherio. È stato inoltre nominato miglior centrale d’Europa con la nazionale italiana Juniores con cui ha vinto l’Europeo di categoria nel 2022. Andiamo a scoprire il giovane centrale toscano, dentro e fuori dal campo.
Ciao Pardo, raccontaci qualcosa di te…
“Sono nato a Grosseto, inizialmente ho vissuto a Castiglione della Pescaia che è un paesino meraviglioso in Maremma poi mi sono spostato definitivamente a Grosseto per fare le scuole medie mentre mia sorella le superiori. La passione per la pallavolo è nata proprio grazie a mia sorella, lei giocava e quindi ho deciso di provare anche io iniziando a praticare questo sport in quinta elementare. Attualmente frequento il Liceo Scientifico – Scienze Applicate, matematica e fisica sono le mie materie preferite e quelle che mi affascinano di più. Ho appena finito il quarto anno, il prossimo sarà quello della maturità”.
Come è cambiata la tua vita grazie alla pallavolo?
“È cambiata molto e fortunatamente in meglio. Sono riuscito a viaggiare tanto, soprattutto in Europa grazie alla nazionale e ai club in cui ho giocato. Ho sempre fatto grandi amicizie, oltre ad avere un bel rapporto con la famiglia. La loro presenza non è mai mancata e nonostante la distanza li sento molto vicini. Senza pallavolo avrei voluto studiare medicina e fare il neurochirurgo, ma è rimasto un sogno nel cassetto considerando il percorso sportivo svolto. Affiancare uno studio così approfondito ai ritmi di partite e allenamenti lo ritengo impossibile e incompatibile con il mio attuale stile di vita”.
Quali sono i giocatori a cui ti ispiri?
“Mi ispiro a Simone Anzani, gioca nel mio stesso ruolo e per me è un grande giocatore sia dentro che fuori dal campo. Il mio giocatore preferito in generale è invece Ivan Zaytsev, ex Modena”.
Che emozione è giocare a Modena e in particolare al PalaPanini?
“E’ un onore indescrivibile, guardavo le partite dei gialloblù dal divano ed osservavo giocatori fenomenali in un mondo a me totalmente estraneo. Riuscire ad indossare la maglia della squadra canarina è un’emozione unica. Entrare per la prima volta al PalaPanini è stato magico, un’esperienza mozzafiato, anche solo vederlo vuoto è pazzesco, si vede che è un palazzo in cui si respira volley. Obiettivo da raggiungere con la maglia di Modena? Giocare in Superlega con i gialloblù, vincere in una città che vive di pallavolo e chissà che non sia lo Scudetto un giorno…”.
Come sta andando l’esperienza in nazionale?
“Bene, ci stiamo allenando al massimo e il gruppo è unito. Vorrei continuare questo percorso anno dopo anno con il sogno di essere convocato in nazionale seniores e di conseguenza partecipare ad una grande manifestazione”.
Punto di forza e punto debole, oltre a pregi e difetti come compagno di squadra?
“Sono un grande lavoratore, non mi dispiace mai stare in palestra e lavorare anche più del dovuto. A volte, invece, sono testardo, distratto e ogni tanto perdo la concentrazione. Sono convinto che migliorerò grazie all’aiuto dei giocatori più esperti. Inoltre, sono molto tranquillo e non creo problemi, mentre confermo di essere un po’ testardo ed ostinato sia dentro che fuori dal campo”.
Infine, qualche curiosità…
“Piatto preferito italiano? Ogni piatto cucinato da mia madre, che è una cuoca meravigliosa. Piatto preferito non italiano? Pollo al curry. Passioni? Ascoltare musica, tempo fa suonavo anche la batteria”.
Scopriamo Sil dentro e fuori dal campo
Silvester Meijs, detto “Sil”, è un giovane palleggiatore olandese classe 2002 che negli ultimi anni si è messo in luce nel proprio Paese ed è pronto al grande salto in Superlega. Meijs è da due anni in pianta stabile con la nazionale olandese allenata da Roberto Piazza ed è reduce da una finale di Coppa d’Olanda e una semifinale play-off ottenute da titolare con la maglia del VC Limax.
Ciao Sil, raccontaci qualcosa di te.
Sono nato nel 2002 a Utrecht, ho sempre vissuto coi miei genitori in una frazione vicino alla città. Quando ero piccolo giocavo a calcio, ma tutta la mia famiglia giocava a pallavolo. Mio fratello ha tre anni più di me e a 12 anni ha iniziato con la pallavolo, perciò nel tempo mi sono avvicinato anche io a questo sport e alla stessa età ho iniziato a praticarlo.
Ho cominciato nella squadra di Bilthoven seguendo mio fratello, non ero più così “piccolo” quando ho iniziato, ma credo sia meglio così perché a quell’età cominci a essere più alto, più forte e puoi divertirti di più.
Quando avevo 17 anni mi sono spostato a Barneveld nella squadra del Simplex/SSS, è stata la mia prima esperienza con un allenamento di livello più alto. Giocavo nella seconda squadra, ma è lì che ho iniziato a capire cosa significa spingere a pieno regime, e intanto continuavo anche la scuola. Non mi è mai piaciuto molto studiare, quando ho capito che avrei potuto fare strada nella pallavolo mi ci sono buttato a capofitto, anche i miei genitori mi hanno sempre supportato in questo.
Nel 2020, a 18 anni, mi sono trasferito al Talentteam Papendal, ad Arnhem, si tratta di una realtà in cui possono giocare i giovani olandesi più talentuosi allenandosi due volte al giorno e facendo partite nel week-end. È stata la prima volta che me ne sono andato di casa, qui ho davvero realizzato di poter diventare un giocatore professionista e ho iniziato a farmi conoscere da squadre e allenatori. Quando giocavo nel Talentteam ho fatto anche la prima esperienza con la nazionale olandese, in Under 20, e ho provato la grande emozione di rappresentare il mio Paese, qualcosa che è sempre stato il mio sogno fin da quando giocavo a calcio. Dopo gli anni al Talentteam sono andato alla Dynamo Apeldoorn con cui abbiamo vinto lo Scudetto, io avevo vent’anni e non ero il palleggiatore titolare, ma è stata una bellissima esperienza che mi ha fatto crescere. Nell’estate 2023 il coach della nazionale maggiore Roberto Piazza mi ha convocato per l’estate dandomi la possibilità di partecipare a tutti i tornei internazionali, dandomi anche modo di giocare, e credo di aver fatto una bella figura.
L’anno scorso ho poi giocato al VC Limax dove ho avuto modo di scendere in campo di più, siamo arrivati in finale di Coppa e in semifinale nei play-off di campionato. Anche quest’estate Piazza mi ha convocato per la VNL, perciò si tratta del secondo anno consecutivo con la maglia della Nazionale con cui sto vivendo è un’esperienza che mi sta dando molta sicurezza e insegnando tanto.
Poi è arrivata la chiamata di Modena…
Sì, sapere che giocherò a Modena è un’emozione indescrivibile. La Superlega è uno dei campionati migliori al mondo, è un grande salto per me ma non vedo l’ora di misurarmi con un livello così alto negli allenamenti e nelle partite. Mi sento pronto, l’anno scorso in Olanda sapevo che per continuare il mio percorso di crescita sarei dovuto andare a giocare all’estero e farlo in Italia, per un club come Modena, è davvero il massimo.
Sarà la prima volta fuori dall’Olanda per te, cosa ti mancherà?
Mi mancherà sicuramente la mia famiglia, ma loro mi supportano sempre e li sento ogni giorno. Anche la mia città, Utrecht, mi mancherà, ma andare all’estero fa parte della mia crescita come giocatore e non vedo l’ora di arrivare a Modena. Mio padre ha sempre sognato di diventare un giocatore di pallavolo, ha giocato per un anno nella massima divisione olandese, e quando gli ho detto che sarei venuto a Modena credo di aver realizzato il suo sogno, per cui sono ancora più felice.
Sei già stato in Italia?
Ci sono stato in vacanza, a Roma, e l’anno scorso ho giocato a Bari per gli Europei. Ai quarti abbiamo sfidato l’Italia, è stata dura affrontare gli Azzurri in casa loro, ma è stato molto emozionante. Sono stato anche a Trento qualche anno fa, ho svolto lì la scorsa estate la preparazione atletica, quindi ho visto qualcosa anche nel Nord Italia.
Cosa ti è piaciuto dell’Italia?
Tante cose, la gente è simpatica, il clima è perfetto, il cibo è buono e si gioca una grande pallavolo: è perfetta per me!
Ci sono giocatori a cui ti ispiri?
Quando ero più giovane il mio idolo era Nimir Abdel-Aziz… e ora siamo compagni di squadra in Nazionale! Come palleggiatori mi ispiro a Giannelli e a De Cecco, sarà incredibile giocare con lui e credo che potrò imparare moltissimo da un campione del genere. Quando Nimir giocava a Modena guardavo le partite e mi sono sempre detto che sarebbe stato meraviglioso, un giorno, giocare davanti al pubblico del PalaPanini.
Qual è il tuo piatto preferito? Diccene uno italiano e uno olandese!
Il mio piatto preferito italiano è la pizza, mentre il Olanda adoro lo Stammpot, un piatto tipico con patate schiacciate e verdure, e di solito lo mangio insieme alle polpette di carne. Non credo che mi mancherà il cibo olandese in Italia, anche se la cucina di casa mia mi piace molto credo che quella italiana non me la farà rimpiangere!
Hai degli hobby o passioni a parte la pallavolo?
La musica. Ne ascolto moltissima e suono anche la chitarra e il basso, mentre quando ero più piccolo suonavo il piano. Mi piace molto provare a suonare strumenti sempre diversi e mettermi alla prova.
Torniamo alla pallavolo: qual è il tuo punto di forza e su cosa invece devi migliorare?
Sono un palleggiatore per cui sarebbe naturale dire l’alzata, ma credo che il mio servizio possa essere un’ottima arma. Da migliorare sicuramente la difesa, a Modena ci lavorerò!
Che compagno di squadra sei?
Sono un tipo tranquillo, mi adatto facilmente alle situazioni e alle persone. A volte quando le cose non vanno tendo a chiudermi un po’, su questo devo lavorare.
Com’è la pallavolo in Olanda?
Si tratta di un movimento in crescita, sicuramente non è lo sport più seguito del Paese, ma negli ultimi anni il livello si sta alzando e questo non può che far bene.
Un saluto ai tifosi di Modena!
Sono carichissimo per la prossima stagione, non vedo l’ora di essere al PalaPanini e di conoscervi di persona!