Arriva a Modena una stella del volley mondiale, capitano della Nazionale italiana che ha conquistato l’argento alle Olimpiadi di Rio. Conosciamo meglio “El Hombre” Osmany Juantorena!

 

“Chi è Osmany Juantorena?”

“Osmany Juantorena è un ragazzo molto umile e che ha tanti sogni, un ragazzo che non smette mai di sognare per raggiungere obiettivi importanti. Fino a quando avrò la voglia e la passione per questo sport, farò di tutto affinché il mio nome rimanga sempre nel mondo della pallavolo.

 

“Cosa significa per te aver scelto Modena?”

“Modena è stata una scelta molto facile, condivisa con la mia famiglia. È una sfida personale perché non mi aspettavo di tornare in Italia in Superlega e di andare in una piazza così importante come Modena. È uno stimolo e una sfida molto grande per me, sicuramente sono molto curioso di scoprire questo ambiente caldissimo, una piazza dove tutti capiscono di pallavolo. Mi metto in gioco e, ripeto, sono molto curioso”.

 

“Che scarpe da pallavolo usi?”

“Uso le Nike Revolution. Ho un contratto con Nike e quindi uso quelle, sono scarpe che praticamente usano tutti”.

 

“Quanto vuoi vincere con Modena?”

“Tutto quello che si può, anche se il prossimo anno purtroppo saremo fuori dalle coppe. Dovremo essere concentrati su quello che riguarda il campionato e la Coppa Italia, sicuramente non saremo noi i favoriti ma è scontato che lo dica. Siamo un gruppo che vuole fare bene e quindi, strada facendo, vedremo dove potremo arrivare.

 

“Il tuo primo ricordo del PalaPanini”

“Il ricordo che mi è rimasto più in testa è stato nel 2013 quando abbiamo disputato la semifinale e c’era anche Bruninho. A Modena ci hanno sempre rullato, non ho bei ricordi a livello di risultati ma diciamo che comunque in quella occasione siamo riusciti ad andare avanti in gara 5”.

 

“Dai un consiglio ai giovani che sognano di arrivare in Superlega”

“Il consiglio è molto semplice. Tanta abnegazione, tanti sacrifici come ho fatto io e passione. Con l’impegno si può arrivare dappertutto, l’importante è arrivarci e rimanerci, questo è ciò che conta per me.  Chiunque potrebbe arrivare a giocarsi una stagione in Superlega, però tanti spariscono e tanti si montano la testa. La mia generazione è un po’ diversa rispetto a quella dei giovani di adesso, per cui io credo che questi giovani debbano soffrire un pochino di più. La pallavolo è cambiata, però ciò che conta secondo me è arrivarci e restarci per poi fare qualcosa di importante”.

 

“Il giocatore più forte di tutti i tempi”

“Direi Joel Despaigne, anche se è impossibile dirne soltanto uno tra tanti giocatori”.

 

“Il giocatore più forte con cui hai giocato”

“Ho avuto la fortuna di giocare con tanti fenomeni, da Grebennikov a Simon, Leal, Lucarelli, Sokolov e Bruninho tanto per citarne alcuni. È impossibile dirne uno, sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti degli altri”.

 

“Cosa provi ad essere nuovamente compagno di squadra di Bruno”

“Bruno è un guerriero, lo conosco molto bene e abbiamo vinto insieme alla Lube. È un ragazzo molto umile e che non molla mai, un lavoratore e un uomo che mi ha permesso di cambiare la mia mentalità da un certo punto di vista. So che saremo noi a spingere questo gruppo giovane e a dare l’esempio giusto ai nostri compagni di squadra. Avremo un ruolo importante, dovremo far capire ai ragazzi che non bisogna mollare mai e serve rimanere sempre sul pezzo. Soprattutto lui che è il capitano”.

 

“Che squadra di calcio tifavi da ragazzino?”

“Il calcio l’ho scoperto in Italia, per cui da ragazzino seguivo di più il baseball che da noi è il primo sport. E comunque sono tifoso dell’Inter”.

 

“Il tuo obiettivo stagionale?”

“Non mi pongo limiti. Sono un giocatore di Modena e farò del mio meglio per aiutare la squadra in qualsiasi situazione. Porterò la mia esperienza e capacità tecnica al gruppo, per cui vedremo cosa potremo fare strada facendo. Vorrei disputare una bella stagione, in Italia è sempre importante farsi vedere e soprattutto lo è adesso dopo un anno passato fuori”.

 

“Per quanti anni pensi di continuare a giocare?”

“Non lo so sinceramente, dipende dal mio fisico e dalla voglia. Sono uno che ama questo sport, l’età credo sia un numero relativo e lo ha dimostrato anche Matey Kaziyski con il campionato disputato. Dipende da come stai e le motivazioni che hai, penso al singolo anno e poi si vedrà. È chiaro che prima o poi capita a tutti. Mi godo questi ultimi anni perché so che un domani tutto ciò mi mancherà”.

 

“La vittoria più bella”

“Da questo punto di vista sono stato molto fortunato in quanto ho vinto tanto. Non c’è una vittoria più bella dell’altra, hanno tutte un sapore diverso e stimolante e ogni successo ha una sua storia. Se dovessi scegliere una vittoria, direi la Champions League vinta a Bolzano nel 2011 quando giocavo a Trento. Dopo quell’evento è nata mia figlia ed è un motivo in più per citare quel successo”.

 

“La sconfitta più dolorosa”

“Dico la finale dell’Olimpiade a Rio 2016, una sconfitta pesante”.

 

“Perché hai scelto Modena?”

“Modena è Modena, la città vive di pallavolo e il PalaPanini è splendido. Già qualche anno fa dicevo che avrei voluto giocare a Modena nel corso della mia carriera. C’è stata questa opportunità ed è molto bello essere qui”.

 

“Quale è il ruolo più difficile della pallavolo secondo te?”

“Dico quello del palleggiatore, dato che ha un ruolo fondamentale e il compito di far girare la squadra”.

 

“Perché il numero 5?”

“Un numero che mi è sempre piaciuto, un numero che avevo quando ho iniziato in nazionale all’età di 15 anni e un numero che mi ha accompagnato e che mi ha portato fortuna nella mia carriera. Spero e mi auguro di finire con il numero 5 sulle spalle”.

 

“Cosa pensi del campionato turco e di quello cinese?”

“Quello cinese l’ho vissuto molto male ed è stata una sofferenza dall’inizio alla fine, purtroppo c’è stata la pandemia e sono rimasto sempre chiuso in albergo senza poter fare nulla e allenandomi male. C’è sicuramente un po’ di rammarico per l’esperienza in Cina. Il campionato turco, invece, rispetto a dieci anni fa è cresciuto molto anche grazie al contributo degli stranieri. Sta aumentando anche il pubblico e quindi è un buon campionato secondo me. Un campionato molto equilibrato e bello, le squadre turche saranno fastidiose nella Champions League del prossimo anno”.

 

“Come ti immagini la prima gara al PalaPanini in maglia gialloblù?”

“Per me sarebbe un’emozione unica, me la immagino ma fino a quando non la indossi non puoi provare la vera sensazione sulla tua pelle. Il PalaPanini è un palazzetto molto caldo e tifa sempre per la sua squadra, quindi per me è bello e non vedo l’ora, mi verranno sicuramente i brividi”.